IN CERCA DI “RESTYLING” - Il Museo dell’Automobile di Torino (foto in alto) necessita di una bella spolverata, e chi meglio dell’estroso Lapo Elkann (foto sotto) può portare l’esposizione piemontese nel 21° secolo? Già, perché il rampollo di casa Fiat, nipote dell’avvocato Gianni Agnelli e fratello dell’attuale presidente della casa automobilistica John, è un esperto di tecniche di marketing e affini. A lui, pertanto, il compito di guidare una struttura che, diciamolo pure, negli ultimi tempi non ha brillato per capacità d’attrazione. Le 170 macchine di un’ottantina di marche diverse e di tutte le epoche, provenienti da otto paesi, costituiscono un patrimonio storico di altissimo livello, che, però, mostra tutta la polvere dei suoi 50 anni di storia (il museo fu inaugurato il 3 novembre 1960).
SI PUNTA SUL MULTIMEDIALE - Toccherà al futuro presidente Lapo Elkann svecchiare una formula espositiva datata a colpi di realtà virtuale, multimedialità, interattività e via discorrendo. L’obiettivo? Rendere il tutto appetibile per un più vasto pubblico di giovani, cercando di non sfigurare nel confronto con gli analoghi musei sparsi per il mondo. E consentire alla Fiat l’ingresso nella gestione del museo, accanto all’Aci e alla Regione Piemonte, oltre che alla Provincia e al Comune di Torino. Attualmente in fase di ristrutturazione, la sede riaprirà i battenti a primavera, nell’ambito dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e verrà intitolata a Giovanni Agnelli.